Tra le centinaia di piccoli oggetti provenienti dallo svuotamento dei magazzini adiacenti alla villa Caproni, a Venegono, mi sono concentrato su alcuni cilindretti metallici. Essi presentavano una ghiera che girava al di sopra di un settore trasparente e parzialmente verniciato, con due contatti da inserire in una presa di corrente. Si trattava certamente di particolari faretti, Il cui utilizzo permetteva di ridurre parzialmente l’intensità luminosa girando la ghiera. Tuttavia, il loro destinazione rimaneva un mistero, non solo al sottoscritto, ma anche alle molteplici persone a cui mostravo lo strano oggetto.

Poi, per puro caso, finalmente l’identificazione!

Stavo guardando un vecchio filmato dell’Istituto Luce relativo a lanci post-bellici di paracadutisti da Savoia Marchetti SM 82 PW. Mi stavo godendo la vista di quelle immagini quando, in una vista interna della fusoliera, alla parete dell’SM 82, appare lL faretto che tanto avevo osservato.

Immediatamente fermo immagine, ingrandimento e stampa. È proprio lui, senza ombra di dubbio!

A questo punto, visto che i reperti sono almeno tre, decido che uno merita il restauro. Scelgo quello che si trova in condizioni migliori, applico subito del lubrificante spray (che non fa mai male) ed inizio lo smontaggio.

Ne escono 5 pezzi: una base con due attacchi da fissare alla fusoliera; il faretto vero e proprio da inserire e bloccare girandolo (quest’ultimo composto da un portalampada privo di lampada); una rondella di 5 centimetri di diametro in alluminio, con tre settori ritagliati; una seconda rondella di materiale plastico opalescente, con tre settori dipinti di celeste; ed infine una ghiera girevole che tiene tutto in posizione. Una volta accesa la luce, mediante un’astina mobile posta lateralmente, si fanno coincidere gli spazi trasparenti della seconda rondella ruotando la ghiera, con gli spazi vuoti della rondella di alluminio. Ruotando ancora, gli spazi vuoti, che fanno passare la luce, diminuiscono fino ad annullarsi totalmente. Possiamo così regolare l’intensità della luce dal massimo a un modestissimo chiarore.

Il faretto, comandato anche da remoto, dà le indicazioni accendendosi dall’inizio delle operazioni di lancio.

Per prima cosa separare le due parti che compongono il faretto e ripulirle.

 

 

Girando e togliendo la ghiera ritagliata di alluminio si accede alle parti interne.

 

 

Il faretto, smontato nelle sue componenti, presenta la mancanza della lampadina.

 

 

L’involucro esterno va carteggiato e riverniciato. Notare la levetta interruttore.

 

La ghiera di materiale plastico opalescente è tenuta in posizione da un fermo a molla.

 

 

Il faretto una volta restaurato e ripulito.

 

 

Il faretto restaurato con in vista la levetta interruttore.

Le due componenti, in alto il faretto vero e proprio in basso la base da applicare alla fusoliera del velivolo.

 

 

Con la ghiera parzialmente ruotata si riduce la luce del 50%.

 

In questa posizione la luce è massima.

 

 

Vista laterale del faretto restaurato.

 

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